giovedì 8 ottobre 2015

Dieselgate, ecco chi guadagnerà dallo scandalo Volkswagen

l gruppo Toyota valunta un incremento del battage pubblicitario a favore delle proprie vetture ibride. Per convincere chi è rimasto scottato dalla truffa del software. Una preda che fa gola anche a chi propone altri diesel, vetture a Gpl e metano ed elettriche
http://espresso.repubblica.it/attualita/2015/09/28/news/dieselgate-ecco-chi-ci-guadagnera-1.231745

lunedì 5 ottobre 2015

Dieselgate, i modelli incriminati del gruppo Volkswagen

I modelli da richiamare nell'area nord americana corrispondenti agli anni di produzione dal 2009 al 2015 sono in tutto cinque: quattro sono Volkswagen, la Beetle, inclusa la Concetible, la Golf, la Jetta e la Passat, mentre uno solo è Audi, la A3 Sedan. ll motore sotto inchiesta è il 2000 cc TDI da 150 CV

venerdì 2 ottobre 2015

Nuova Audi A4



Il Dieselgate, che ha coinvolto il Gruppo Volkswagen, ha forse creato uno dei più grandi terremoti finanziari che abbia mai colpito il settore Automotive.

Oltre al lato finanziario, ovviamente, è gravemente danneggiata l'immagine di uno dei più grandi costruttori europei. Una delle marche del gruppo che probabilmente risentirà di più di questa caduta d’immagine è senz’altro l’Audi. Quando è scoppiato lo scandalo, infatti, il marchio dei quattro cerchi aveva da poco presentato al pubblico la nuova versione della A4. Un gioiello che potrebbe non avere la popolarità che meriterebbe.

La nuova A4 non cambia molto le forme rispetto alla versione precedente, seppure più smussate, ma rappresenta un vero e proprio salto in avanti dal punto di vista tecnologico. Il telaio è stato alleggerito di 120 Kg e la quasi totalità delle componenti relative a motore, cambio e sospensioni è nuova di zecca. Tutto questo, sommato all’ottimizzazione dell’aerodinamica (Cx pari a 0,23), lascia bene intendere come questa berlina garantisca il top delle prestazioni.

L’innovazione tecnologica però non si ferma alle parti meccaniche. Anche l’elettronica è all’avanguardia, e gran parte delle componenti adottate sulla A4 sono le stesse adottate dall’ammiraglia A8 e dalla sportivissima R8. Un esempio lampante di questa innovazione è senz’altro il concetto di “Guida assistita”. Su questa nuova berlina, infatti, si può disporre di cruise control adattivo che tiene la velocità dell’auto che ci precede, frena quando è opportuno, e se la strada curva leggermente è capace di sterzare delicatamente da sola per restare dentro la corsia.

Le finiture dell’abitacolo sono ovviamente di ottima qualità, la plancia ha una linea pulita e nitida, con pochi pulsanti a vista. Il resto delle funzioni si controlla attraverso una rotella e dai tasti dell’interfaccia del sistema multimediale MMI, sistemati fra i sedili.

I motori che equipaggiano la nuova gamma A4 sono sette.
Si può scegliere fra quattro turbodiesel e tre turbo benzina.
Tra i quattro motori a gasolio spicca il chiacchierato 2.0 TDI in due versioni di potenza, rispettivamente 150 e 190 cv. Si tratta del motore all’origine dello scandalo che ha investito l’intero settore, ma in questo caso è già in versione Euro 6 e quindi senza le centraline truccate. Altra presenza notevole è il turbodiesel V6 3 litri con due livelli di potenza: da 272 e 218 cavalli.
I motori a benzina sono il 1.4 TFSI da 150 cavalli e il 2.0 litri (lo stesso della Golf GTI) in due fasce di potenza: da 190 e 252 cavalli.


mercoledì 23 febbraio 2011

Ferrari FF la Ri-Evoluzione di Maranello




Ferrari Four (quattro posti e quattro ruote motrici), ecco spiegato l’acronimo della nuova Gran Turismo rivelata dalla casa del Cavallino, che proprio per queste caratteristiche rappresenta, secondo gli ingegneri della Ferrari, non una semplice evoluzione dalla precedente 612 Scaglietti che andrà a sostituire, ma una vera e propria rivoluzione rispetto al recente passato.
La linea è letteralmente mozzafiato. La collaborazione tra Pininfarina e il centro Stile Ferrari ha creato qualcosa di unico in cui si mescolano alla perfezione sportività ed eleganza riuscendo al contempo a stabilire un ponte tra classico e moderno.
La parte anteriore è caratterizzata da un cofano lunghissimo e da una “bocca” molto larga per far “respirare” il propulsore, che conferisce una particolare aggressività alla vettura. Al centro della griglia della presa d’aria anteriore, caratterizzata da due linee longitudinali attraversate da cinque verticali, trova posto il classico logo del cavallino rampante. Ai lati del cofano anteriore, sopra i passaruote bombati, trovano posto i gruppi ottici a forma di boomerang dotati di tecnologia LED e Bi-Xenon che aggiungono uno speciale fascino all’imbrunire.
La linea laterale dell’auto è contraddistinta dalla forma Hatchback, la prima nella storia del cavallino, che ricorda, prese le dovute cautele nel paragone, la vecchia Z3 coupè. In particolare è molto riuscito il collegamento tra la concavità laterale, dove trova posto lo sfogo dell’aria nella parte anteriore con i passaruote imponenti del retrotreno.
Nella parte posteriore dell’auto i gruppi ottici sferici a tecnologia Led sono posti in apposite concavità create dal disegno del portellone centrale del portabagagli (dove solitamente troviamo il propulsore). Il deflettore posteriore e i doppi tubi di scarico laterali completano l’opera d’arte.
Gli interni sono molto curati ed è evidenziata la manodopera artigianale tipica di Maranello, ma oltre a queste caratteristiche comuni a tutte le Ferrari, la FF è anche molto spaziosa, con la possibilità, addirittura di ribaltare i sedili posteriori in modo da ampliare la capacità di carico del bagagliaio.
Il propulsore messo a disposizione è terrificante. Un V12 da V 6.262 cm3 capace di erogare 660 CV portando la FF a toccare i 335 Km/h. Il tutto abbinato, per la prima volta nella storia delle Ferrari, alla trazione integrale 4RM (4 ruote motrici) che dovrebbe avere un peso ridotto del 50% rispetto gli altri dispositivi integrali.
I prezzi della FF non sono stati ancora annunciati, ma non dovrebbero discostarsi dai circa 275.000 Euro necessari per acquistare l’attuale Scaglietti.

lunedì 7 febbraio 2011

Il vero SUV made in U.S.A. che parla anche italiano



La nuova versione del “vero” off-road americano sbarca in Europa anche grazie agli accordi tra Chrysler e FIAT per la commercializzazione del marchio Jeep attraverso la rete di showroom della casa italiana.
Già best-seller negli Stati Uniti, la nuova Grand Cherokee si presenta ai clienti europei con linee più eleganti rispetto al recente passato, non perdendo al contempo la compattezza, da vera fuori strada, che da sempre la caratterizza. Due peculiarità che rendono l’ammiraglia Jeep una competitor seria delle più blasonate e più costose SUV tedesche.
L’eleganza delle linee della nuova vettura deriva principalmente dal restyling del frontale, dove la calandra cromata trova spazio al centro, non alterando il family feeling Jeep, contornata da gruppi ottici, con tecnologia bi-Xenon SmartBeam auto adattativi, di dimensioni e linee più accurate rispetto la versione precedente. Completano l’opera il paraurti sporgente, in cui s’incastonano lateralmente i fari fendinebbia, e i passaruote bombati, per fare posto alle ruote dai cerchi da 20 pollici che si raccordano con il paraurti.
La linea laterale dell’auto è contraddistinta da una parte concava e due convesse che congiungono i passaruote anteriori a quelli posteriori conferendo una certa sportività alla vettura. In particolare, sulla parte inferiore delle portiere, si può notare la modanatura cromata con la scritta del modello in evidenza. Altra bella novità è il tetto panoramico CommandView di serie.
Nella parte posteriore fa da padrona il portellone, con tecnologia di apertura e chiusura automatica, ed i gruppi ottici trapezoidali uniti dalla cromatura con la scritta Jeep.
Gli interni, in puro spirito yankee, sono spaziosi e molto comodi con molte dotazioni di serie, tra cui la pelle Nappa. Il volante è in pelle e legno con corona riscaldabile. I sedili sono ventilati e riscaldabili, con la funzione di memoria lato guidatore.
In attesa di un diesel più confacente al mercato europeo, i propulsori, alimentati a benzina, messi a disposizione dalla Jeep sono poderosi. L’entry level è un 3.6 litri V6 Pentastar capace di erogare 286 CV, mentre il top di gamma è un 5.7 litri V8 a fasatura variabile di 352 CV dotato di Multi-Deplacement System (MDS) che permette di ottimizzare i consumi attraverso la disattivazione di 4 cilindri durante la marcia a velocità costante e quando non viene richiesta la massima potenza.
I prezzi europei, nel momento in cui vi sto scrivendo, non sono ancora noti, ma non dovrebbero discostarsi tanto da quelli previsti per il mercato statunitense: da 39.995 e da 42.995 USD.

La Baby Range Rover



Dopo un anno non indimenticabile, le maggiori case automobilistiche, per il 2011, si lanciano verso nuovi segmenti inesplorati. Tra questi il nuovo SUV compatto da città, alla quale, la nuova “baby range”, aspira a divenire best seller.
La nuova Evoque è un modello fondamentale per il marchio anglo-indiano. Rappresenta, infatti, l’inizio del nuovo corso produttivo e commerciale del marchio Land Rover, e a giudicare dalle prime immagine, sembra che i designer abbiano centrato l’obiettivo.
Il SUV mantiene il family feeling della casa trasmettendo solidità, ma allo stesso tempo eleganza e sportività. La parte frontale è caratterizzata dal paraurti importante che si ricongiunge ai passaruote bombatissimi, da far invidia a Tuners più incalliti. Sovrasta il paraurti la doppia griglia a nido d’ape che si congiunge ai lati con gli elegantissimi gruppi ottici, che a loro volta, allungandosi sulla parti laterali della vettura, contribuiscono alla continuità di una linea di cintura alta. Un ulteriore segno di eleganza è rappresentato dalle prese d’aria, con disegno trapezoidale, poste sotto il paraurti anteriore della Evoque.
La parte posteriore è molto compatta consentendo poco spazio al lunotto. Questa caratteristica combinata alla linea alta della cintura, conferisce alla baby SUV un design da coupè. I gruppi ottici, squadrati e non proprio dimensionati al robusto portellone, sono posti ai lati del portellone stesso. Tocco di eleganza è rappresentato dalle prese di scarico incastonate nel paraurti ai lati del deflettore inferiore.
Per l’abitacolo, il nuovo management, ha mantenuto materiali e finiture di qualità, nella tradizione del marchio, con rivestimenti in pelle a doppia impuntura. Lo schermo è a tecnologia touch screen e grazie all’opzione Dual View permette a guidatore e passeggero di seguire contemporaneamente, sullo stesso schermo, contenuti del tutto svincolati.
L’indole cittadina della Evoque è rappresentata dalla possibilità di scelta della trazione. La classica 4x4 oppure la 4x2 a trazione anteriore.
I propulsori disponibili saranno, due turbodiesel di 2.2 litri da 150 CV 220 CV e un 2.0 litri, alimentato a benzina, con turbocompressore da 240CV.
Chiunque volesse concedersi un regalo natalizio molto sfizioso dovrà però attendere. La Range Rover Evoque, infatti, sarà commercializzata dalla prossima estate, in contemporanea in ben 160 paesi.

lunedì 18 ottobre 2010

Mercedes-Benz SLS AMG



Design retrò ed eccellenza nella meccanica sono il fiore all’occhiello della nuova Mercedes SLS AMG. La casa di Stoccarda con questa Supercar vuole salire di livello, entrando in un mercato con competitor del livello di Porsche 911 Turbo, Ferrari 458 Italia, Lamborghini Gallardo e Audi R8.
Stile retrò, dicevamo, voluto dai designer del marchio con la stella a tre punte per ricordare una grande vettura del passato, un’icona della “Dolce Vita”, la mitica 300 SL presentata al pubblico nel lontano febbraio del 1954, divenuta una delle auto preferite di molte Star degli anni ’60, come ad esempio la stupenda Sophia Loren.
Il frontale rappresenta un ottimo compromesso tra passato e futuro. Il cofano è lungo e la presa d’aria è caratterizzata da una barra orizzontale con il logo Benz posto centralmente. Ma la caratteristica ed il connubio tra design d’epoca e futuro è rappresentato maggiormente dalla modalità di apertura delle portiere a “ali di gabbiano”, che garantisce la massima resa scenica.
Di profilo la vettura è caratterizzata da un passo lungo e sbalzi brevilinei. La linea di cintura è marcata e scorre lungo l'intera fiancata dell’auto. Le “branchie laterali” sono bellissime e donano leggerezza a una fiancata, che senza, sarebbe troppo pesante. I passaruota bombati e sporgenti trasmettono una sensazione di armonia nell'insieme del progetto.
Il design del lunotto posteriore conduce al massiccio montante centrale fino al cofano del bagagliaio bombato. Quest’ultima parte forse rappresenta la meno riuscita dai progettisti tedeschi. Al culmine del bagagliaio troviamo una soluzione aerodinamica ormai applicata dalla maggior parte delle Supercar, cioè l’alettone estraibile appena la vettura raggiunge i 120 Km/h. I gruppi ottici posteriori a LED, riprendono la forma di ali, creando un design notturno originale e affascinante.
Gli interni riescono a esprimere essenzialità, eleganza e sportività. I materiali sono raffinati, dalle pelli utilizzate al carbonio, costruiti con attenzione artigianale e dettagli all’altezza del marchio. La plancia è caratterizzata dalle quattro incisive bocchette di ventilazione e la strumentazione circolare AMG retro-illuminata di bianco, dona eleganza ed efficienza pura.
Il propulsore aspirato è un 8 cilindri a V di 6.3 litri capace di erogare 571 CV (420 KW) a 6.800 giri al minuto con una coppia massima di 650 Nm a 4.750 giri al minuto. Tale potenza fa raggiungere alla vettura la velocità massima di 317 Km/h.
Il prezzo ovviamente non è popolare, compreso di IVA e messa su strada, parte da circa 184.000 Euro, a salire con i vari optional.

martedì 24 agosto 2010

Mini Countryman


Sta arrivando l’autunno e la casa inglese di proprietà BMW non si fa trovare impreparata nei confronti del maltempo incombente immettendo sul mercato la prima Sport Utility Vehicle, nonché l’auto più lunga mai prodotta dalla MINI (circa 4,097 mm).
Dal punto di vista stilistico, la MINI SUV, mantiene il family feeling allestito dalla casa bavarese che ha consentito al marchio inglese di tornare una delle citycar più ambite nel mercato europeo. I designer tedeschi, infatti, sono stati abili a cambiare le linee dell’auto, rispetto alla citycar classica, senza però togliere a colui che pone lo sguardo sulla macchina la sensazione che la vettura sia una MINI.
La parte anteriore della MINI “campagnola” si presenta con linee frontali compatte, che nella versione Cooper S, ricordano una Muscle Car d’oltreoceano. Il frontale è caratterizzato dalla classica griglia esagonale sovrastata dal logo della casa inglese. Le luci assumono una forma che, pur rimanendo tondeggianti, si discostano notevolmente dalla MINI “classica”. Il cofano anteriore è contraddistinto dal “powerdome” (la gobba centrale) che conferisce alla vettura una certa personalità. La presa d’aria anteriore di grandi dimensioni, accentuata ulteriormente nella versione Cooper S, aggiunge alla vettura un carattere di sportività. Ai lati della presa d’aria, oltre ai fari fendinebbia, trovano posto le “blackband” laterali, che hanno il compito di proteggere la carrozzeria della vettura nel fuori strada leggero e accentuare gli ampi passaruote.
La linea laterale dell’auto è caratterizzata dal tetto, che scende in modo graduale verso la parte posteriore della vettura, e dalla linea alta della cintura, che, invece, sale mentre si va verso il retro. La tendenza delle due linee conferisce all’auto una certa eleganza e la rende più filante. Altra componente stilistica importante è lo “sidescuttle”, che posizionato sulla parte laterale del cofano, da un senso di continuità tra il parabrezza e i passaruote anteriori.
Nella parte posteriore non possono essere non osservati il grande portellone, bombato all’altezza della linea della cintura, con al centro il logo MINI che ha anche la funzione di maniglia, e i fanali posteriori, dalla forma allungata, sono a tecnologia LED contornati da un profilo cromato. Ulteriore particolarità lo spoiler integrato nel tetto.
Il cruscotto e la plancia della MINI Countryman non si discostano dalla versione “classica”. Le vere differenze si notano quando ci si siede dietro, dove, a parte, il maggior spazio per le gambe, se si opta per la versione a 4 posti, vi è la possibilità di installare il binario portaoggetti, che partendo dalla base della leva del cambio, collega idealmente i passeggeri seduti nella parte anteriore con quelli seduti in quella posteriore.
L’altra novità presentata per la prima volta dalla MINI, senza la quale la Countryman non potrebbe assolutamente farsi chiamare SUV, è la possibilità di poter scegliere, per le versioni Cooper D e Cooper S, la trazione integrale denominata ALL4.
I propulsori disponibili, tutti di 1.6 Litri, sono 3 a benzina e 2 diesel. I prezzi per possedere la “Campagnola” partono dai 21.000 Euro necessari per la versione One a benzina che eroga 98 CV, fino ai 28.950 Euro per la versione Cooper S ALL4 capace di erogare 184 CV.

Audi R8 Spyder


Arrivata l’estate, tutte le case automobilistiche cercano di fare bella mostra delle loro innovative convertibili, che derivano solitamente, dalle versioni coupè. Da questa moda, non poteva esimersi l’Audi, una delle case automobilistiche tedesche più rinomate, che ha deciso di portare questo concetto all’estremo.
La casa fondata da August Horch nel 1909, infatti, nell’anno in cui si festeggiano i 30 anni della rivoluzionaria tecnologia Quattro (trazione integrale), ha voluto esagerare, “scoprendo” una delle auto più belle e più potenti sul mercato, la famosa Audi R8.
I designer tedeschi sono riusciti in un’operazione non facile, cioè quella di trasformare la supercar coupè in una splendida cabrio, senza però far perdere alla vettura aggressività ed eleganza. Caratteristiche che non sono state sottovalutate dai produttori di Hollywood, che hanno voluto la vettura in versione Spyder a disposizione di Tony Stark anche nel sequel del film Iron Man.
L’appesantimento strutturale necessario alla trasformazione non ha reso eccessivamente pesante la vettura. Soprattutto grazie a vari stratagemmi appositamente pensati in fibra di carbonio, come le parti laterali posteriori e il coperchio sopra il vano della capote.
Il profilo rimane filante, anche se, a differenza della versione coupè, per la quale i progettisti avevano pensato agli appositi Sideblades in contrasto a scopo aerodinamico, la Spyder dispone delle classiche prese d’aria dietro le portiere.
La versione plein air della R8 prevede un tetto in tela che si apre e si chiude in circa 19 secondi. Il soft top una volta chiuso, non crea alcun contrasto, ma s’incastona perfettamente nelle linee aerodinamiche della vettura e termina dando forma a due sottili pinne che si prolungano fino alla coda.
La parte anteriore della carrozzeria è caratterizzata dall’enorme presa d’aria centrale sormontata dai quattro cerchi Audi e dai fanali a tecnologia LED con le prese d’aria sottostanti in contrasto con il colore del resto della carrozzeria.
Nella parte posteriore spiccano i diffusori, anch’essi in contrasto, disposti elegantemente sotto i fanali posteriori.
I progettisti, a scopo strutturale, non sono riusciti, purtroppo, a mantenere la copertura del vano motore in vetro, che permetteva di ammirare gli splendidi propulsori disponibili per la versione coupè.
Il motore messo a disposizione è il 5.2 Litri 10 cilindri a V di derivazione Lamborghini con tecnologia FSI capace di erogare 525 CV a 8000 giri. Posizionato centralmente, il propulsore può spingere la vettura da 0 a 100 Km/h in 4,1 secondi, portandola a toccare i 313 Km/h.
I prezzi partono da 157.500 Euro, alle quali bisogna aggiungere circa un 20% per poter disporre del cambio a tecnologia R Tronic, indispensabile, e dei freni in ceramica.

lunedì 10 maggio 2010

Mercedes Classe E Cabrio - Confort a cielo aperto


La casa di Stoccarda, per completare la gamma della classe E dopo la Coupè e la Station Wagon, irrompe sul mercato come “Competitor” per eccellenza, in un segmento di auto blasonate del calibro di Audi A5 Cabrio e BMW Serie 6 Cabrio, con la nuova Classe E Cabrio.
L’erede della CLK, riprende il nuovo disegno della parte frontale della Coupè, caratterizzata dai due gruppi ottici romboidali separati e dalla calandra con la classica stella a tre punte in posizione centrale.
Osservando l’auto lateralmente, grazie alle proporzioni ben calcolate, si percepisce facilmente l’eleganza e la sportività della 2 porte tedesca. Eleganza accentuata anche dal posteriore, contraddistinta dai due grandi fanali a tecnologia LED e dalla barra di alluminio posizionata orizzontalmente sopra la targa.
Design a parte, il vero pregio di quest’auto è il confort. I posti, infatti, sono ben 4 e tutti comodi. Il tetto, in tela, scompare in 20 secondi, lasciando i passeggeri la libertà di godere del viaggio plein air, anche nelle stagioni in cui non è consigliato. Questo sopratutto grazie ai due sistemi: il sistema Aircap, contraddistinto da un deflettore alloggiato fra i due poggiatesta posteriori e una specie di spoiler posizionato alla sommità del parabrezza che, sollevandosi, devia il flusso dell'aria oltre l'abitacolo; e il sistema Airscarf, un brevetto Mercedes-Benz, adottato anche dalla Peugeot 308 CC, che orienta un flusso d'aria calda sul collo dei passeggeri.
Le finiture interne, nelle versioni Avantgarde, sono raffinate e curate. Il cruscotto, pur non raggiungendo la sportività di altri competitor di mercato, è elegante dalla connotazione classica.
La gamma dei propulsori, messi a disposizione dalla casa di Stoccarda, è vasta. Per i motori alimentati a benzina, vi sono la E250 CGI (204 CV), la E350 CGI (292 CV), entrambe con tecnologia Blue EFFICENCY. Il top della gamma è rappresentato dalla E500 capace di erogare ben 388 CV. I propulsori diesel, tutti con tecnologia Blue EFFICENCY, sono la E220 CDI (170 CV), la E250 CDI (204 CV) e la 350 (231 CV).
I prezzi partono da circa 48.460 Euro fino al top di gamma per la quale bisogna sborsare più di 78.000 Euro.
Buona guida.

martedì 6 aprile 2010

Alfa Romeo Giulietta - Tradizione italiana in chiave moderna


In tempo di crisi bisogna serrare i ranghi e affidarsi ai propri cavalli di battaglia. Il gruppo FIAT ha preso alla lettera questa teoria, come dimostra il successo della nuova 500, proponendo nuovamente una best seller degli anni ‘50 e ’60, l’Alfa Romeo Giulietta.
L’erede della 147, che s’inserisce in un segmento di mercato attualmente occupato da auto della qualità di Volkswagen Golf e BMW Serie 1, in realtà, non ha molto da spartire con la sua progenitrice. La casa del biscione, infatti, sembra aver intrapreso la via della modernità, piuttosto che un design vintage.
La parte anteriore della vettura è contraddistinta dallo splendido scudo Alfa Romeo, massima evidenza del family feeling Alfa, e dai gruppi ottici a tecnologia LED che richiamano distintamente la sorella piccola MiTo. Il cofano anteriore è caratterizzato da due nervature dal disegno a V che culminano sulla parte superiore dello scudo, infondendo sportività ed eleganza alla vettura.
La parte posteriore è molto massiccia ed è contrassegnata dai fanali dall’originale disegno a forma di guscio di lumaca rovesciata, anch’esse a tecnologia LED e dal piccolo spoiler sulla sommità del lunotto posteriore.
La linea delle portiere è alta con un andamento crescente e si ricongiunge con il tetto all’altezza dei finestrini posteriori attraverso uno stratagemma stilistico già proposto nella vecchia 147, la maniglia della portiera posteriore incastonata nell’angolo del finestrino.
Per gli interni, l’Alfa mette a disposizione varie tipologie di rivestimenti per i sedili, all’apparenza molto comodi. La scelta va dalla pelle, in vari colori, al tessuto sportivo tecnico.
La casa milanese equipaggia la Giulietta con varie motorizzazioni, tutti Euro 5. I propulsori diesel sono due, un entry level di 1.6 litri con tecnologia JTDM-2 che eroga 105 CV e un 2.0 litri, sempre JTDM-2, capace di erogare ben 170 CV. L’alimentazione a benzina è rappresentata da tre tipologie di motorizzazione. Due di 1.4 litri, entrambi turbo, da 120 CV e da 170 CV, quest’ultimo con tecnologia Multiair, e il top di gamma, rappresentato dal nuovo motore di 1.750 cm3 TBI quadrifoglio verde, capace di erogare 235 CV.
I prezzi pubblicati dall’Alfa Romeo sono in linea con il segmento e partono da 20.300,00 Euro per la versione 1.4 litri turbo benzina da 120 CV, fino a ai 29.000,00 Euro necessari per aggiudicarsi il top di gamma.

mercoledì 31 marzo 2010

Peugeot RCZ - Il ruggito del Leone



La Peugeot è una delle case automobilistiche più antiche al Mondo. La prima bicilindrica della casa del Leone, denominata Type 2, risale addirittura al 1890. L’evoluzione della Type 2, la Type 3, è stata la prima automobile a calcare il suolo italico. Ammirando la nuova coupè della casa transalpina, denominata RCZ, possiamo, in qualche modo, immaginare l’aria di novità tecnologica che si poteva respirare all’epoca. Con la RCZ, infatti, il gruppo PSA, entra prepotentemente nel segmento delle coupè compatte entrando in concorrenza diretta con una delle best seller del segmento, l’Audi TT.
La coupè francese è una 2+2 molto aggressiva. Il disegno si discosta pochissimo dal prototipo, tranne che per qualche particolare derivante dall’esigenza per la produzione in serie. La parte frontale è caratterizzata dalla grande presa d’aria, tipica soluzione stilistica dei nuovi modelli Peugeot, e dal cofano bombato a forma di V che culmina con lo stemma del Leone al centro. I fari anteriori, a forma triangolare, sono molto eleganti e si allungano su passaruote larghi che sovrastano i cerchi da 19 pollici (disponibili optional), permettendo ai designer francesi di trovare spazio per inserire verticalmente i proiettori fendi nebbia.
La parte posteriore dell’automobile, molto compatta e larga con forme tondeggianti, nasconde lo spoiler attivo, che, secondo quanto dichiara il costruttore, accresce la stabilità della vettura, inclinandosi in base alla velocità che si raggiunge. Il tetto e il lunotto posteriore sono le parti più interessanti del progetto RCZ, ideate a doppia curva per accrescere e ottimizzare le doti aerodinamiche della vettura.
Gli interni della RCZ sono raffinati e ben costruiti. La plancia è rivestita di una plastica (personalizzabile) morbida al tatto. La seduta del conducente non è molto alta aumentando la sensazione di sportività. Sensazione che si acuisce osservando la strumentazione ben leggibile, chiara e ottimamente illuminata. Dal punto di vista dei sedili posteriori, la trovata stilistica della doppia gobba, ne accresce l’abitabilità, rendendo la vettura una vera 2+2.
Le motorizzazioni messe a disposizione dalla PSA non sono potenti come le rivali tedesche più blasonate, ma sono sicuramente brillanti. I propulsori a benzina sono due, entrambe di 1.6 litri. La meno potente sviluppa 156 CV ed è disponibile con cambio manuale a 6 rapporti (in estate e previsto il cambio sequenziale). La versione più potente, sfruttando la tecnologia TWIN SCROLL, sviluppa invece 200 CV. Per chi ha un occhi di riguardo per il portafoglio, è disponibile anche un motore diesel da 2.0 litri HDI FAP che sviluppa 163 CV.

Audi A1 - La cugina cool della Polo strizza l’occhio alla Mini


La casa dai quattro anelli cala l’asso nella manica per concorrere nella categoria delle macchine più cool tra le piccole, segmento in cui, fino adesso, l’Alfa Romeo MiTO e la Mini BMW sono state padroni incontrastate.
La “piccola” del marchio, fondato nel 1909 da August Horsch (la Audi Wenke è stata fondata nel 1909, la prima casa automobilistica di Horsch, omonima del fondatore, risale al 1899), mantiene, oltre alle caratteristiche costruttive, anche il family feeling del design Audi. Questa prima A1, costruita sul pianale della Volkswagen Polo, è innanzitutto una coupè (anche se è già prevista una versione sport back a 5 porte) con il montante posteriore inclinato che confluisce nella parte posteriore della vettura dall’inconfondibile stile hatchback caratterizzata da fanali trapezoidali a tecnologia LED e da un paraurti e passaruote bombati che donano alla vettura un carattere sportivo.
La parte anteriore della vettura è inconfondibilmente Audi, con la classica “bocca” spalancata ed i fanali, anch’essi, ovviamente a LED, dal design innovativo ed al tempo stesso elegante caratteristiche, che non solo rendono la A1 aggressiva, ma stabiliscono in qualche modo un legame tra questa vettura le “sorelle” maggiori.
Le fiancate della “piccola”Audi sono scavate e denotano la capacità non che la qualità costruttiva e di assemblaggio della casa tedesca. Gli archi che congiungono le portiere al tetto possono essere scelti un colore diverso rispetto al resto della vettura.
Gli interni sono all’altezza della qualità Audi. Il cruscotto non è dissimile dalle altre vetture della casa con contagiri e tachimetro leggibile e accurato. La plancia è caratterizzata da due bocchettoni d’areazione a cerchio dal disegno a “turbina” molto spaziale, che potranno essere scelti in vari colori, anche brillanti, pensando, in particolare, al target di mercato di riferimento a cui è destinata la vettura.
La gamma di motori previsti sono gli stessi della Volkswagen Polo. In particolare, l’entry level è rappresentato dal motore da 1.2 litri TFSI (turbo e a iniezione diretta) da 86 CV, affiancato da un più potente 1.4 litri TFSI da 122 CV. Le motorizzazioni a gasolio saranno due, entrambi da 1.6 litri TDI ma con due livelli di potenza 90 CV e 105 CV. Per tutte sarà disponibili di serie il sistema Start & Stop e il sistema di recupero dell’energia in frenata per una minore emissione di anidride carbonica e consumi più bassi.