lunedì 18 ottobre 2010
Mercedes-Benz SLS AMG
Design retrò ed eccellenza nella meccanica sono il fiore all’occhiello della nuova Mercedes SLS AMG. La casa di Stoccarda con questa Supercar vuole salire di livello, entrando in un mercato con competitor del livello di Porsche 911 Turbo, Ferrari 458 Italia, Lamborghini Gallardo e Audi R8.
Stile retrò, dicevamo, voluto dai designer del marchio con la stella a tre punte per ricordare una grande vettura del passato, un’icona della “Dolce Vita”, la mitica 300 SL presentata al pubblico nel lontano febbraio del 1954, divenuta una delle auto preferite di molte Star degli anni ’60, come ad esempio la stupenda Sophia Loren.
Il frontale rappresenta un ottimo compromesso tra passato e futuro. Il cofano è lungo e la presa d’aria è caratterizzata da una barra orizzontale con il logo Benz posto centralmente. Ma la caratteristica ed il connubio tra design d’epoca e futuro è rappresentato maggiormente dalla modalità di apertura delle portiere a “ali di gabbiano”, che garantisce la massima resa scenica.
Di profilo la vettura è caratterizzata da un passo lungo e sbalzi brevilinei. La linea di cintura è marcata e scorre lungo l'intera fiancata dell’auto. Le “branchie laterali” sono bellissime e donano leggerezza a una fiancata, che senza, sarebbe troppo pesante. I passaruota bombati e sporgenti trasmettono una sensazione di armonia nell'insieme del progetto.
Il design del lunotto posteriore conduce al massiccio montante centrale fino al cofano del bagagliaio bombato. Quest’ultima parte forse rappresenta la meno riuscita dai progettisti tedeschi. Al culmine del bagagliaio troviamo una soluzione aerodinamica ormai applicata dalla maggior parte delle Supercar, cioè l’alettone estraibile appena la vettura raggiunge i 120 Km/h. I gruppi ottici posteriori a LED, riprendono la forma di ali, creando un design notturno originale e affascinante.
Gli interni riescono a esprimere essenzialità, eleganza e sportività. I materiali sono raffinati, dalle pelli utilizzate al carbonio, costruiti con attenzione artigianale e dettagli all’altezza del marchio. La plancia è caratterizzata dalle quattro incisive bocchette di ventilazione e la strumentazione circolare AMG retro-illuminata di bianco, dona eleganza ed efficienza pura.
Il propulsore aspirato è un 8 cilindri a V di 6.3 litri capace di erogare 571 CV (420 KW) a 6.800 giri al minuto con una coppia massima di 650 Nm a 4.750 giri al minuto. Tale potenza fa raggiungere alla vettura la velocità massima di 317 Km/h.
Il prezzo ovviamente non è popolare, compreso di IVA e messa su strada, parte da circa 184.000 Euro, a salire con i vari optional.
martedì 24 agosto 2010
Mini Countryman
Sta arrivando l’autunno e la casa inglese di proprietà BMW non si fa trovare impreparata nei confronti del maltempo incombente immettendo sul mercato la prima Sport Utility Vehicle, nonché l’auto più lunga mai prodotta dalla MINI (circa 4,097 mm).
Dal punto di vista stilistico, la MINI SUV, mantiene il family feeling allestito dalla casa bavarese che ha consentito al marchio inglese di tornare una delle citycar più ambite nel mercato europeo. I designer tedeschi, infatti, sono stati abili a cambiare le linee dell’auto, rispetto alla citycar classica, senza però togliere a colui che pone lo sguardo sulla macchina la sensazione che la vettura sia una MINI.
La parte anteriore della MINI “campagnola” si presenta con linee frontali compatte, che nella versione Cooper S, ricordano una Muscle Car d’oltreoceano. Il frontale è caratterizzato dalla classica griglia esagonale sovrastata dal logo della casa inglese. Le luci assumono una forma che, pur rimanendo tondeggianti, si discostano notevolmente dalla MINI “classica”. Il cofano anteriore è contraddistinto dal “powerdome” (la gobba centrale) che conferisce alla vettura una certa personalità. La presa d’aria anteriore di grandi dimensioni, accentuata ulteriormente nella versione Cooper S, aggiunge alla vettura un carattere di sportività. Ai lati della presa d’aria, oltre ai fari fendinebbia, trovano posto le “blackband” laterali, che hanno il compito di proteggere la carrozzeria della vettura nel fuori strada leggero e accentuare gli ampi passaruote.
La linea laterale dell’auto è caratterizzata dal tetto, che scende in modo graduale verso la parte posteriore della vettura, e dalla linea alta della cintura, che, invece, sale mentre si va verso il retro. La tendenza delle due linee conferisce all’auto una certa eleganza e la rende più filante. Altra componente stilistica importante è lo “sidescuttle”, che posizionato sulla parte laterale del cofano, da un senso di continuità tra il parabrezza e i passaruote anteriori.
Nella parte posteriore non possono essere non osservati il grande portellone, bombato all’altezza della linea della cintura, con al centro il logo MINI che ha anche la funzione di maniglia, e i fanali posteriori, dalla forma allungata, sono a tecnologia LED contornati da un profilo cromato. Ulteriore particolarità lo spoiler integrato nel tetto.
Il cruscotto e la plancia della MINI Countryman non si discostano dalla versione “classica”. Le vere differenze si notano quando ci si siede dietro, dove, a parte, il maggior spazio per le gambe, se si opta per la versione a 4 posti, vi è la possibilità di installare il binario portaoggetti, che partendo dalla base della leva del cambio, collega idealmente i passeggeri seduti nella parte anteriore con quelli seduti in quella posteriore.
L’altra novità presentata per la prima volta dalla MINI, senza la quale la Countryman non potrebbe assolutamente farsi chiamare SUV, è la possibilità di poter scegliere, per le versioni Cooper D e Cooper S, la trazione integrale denominata ALL4.
I propulsori disponibili, tutti di 1.6 Litri, sono 3 a benzina e 2 diesel. I prezzi per possedere la “Campagnola” partono dai 21.000 Euro necessari per la versione One a benzina che eroga 98 CV, fino ai 28.950 Euro per la versione Cooper S ALL4 capace di erogare 184 CV.
Audi R8 Spyder
Arrivata l’estate, tutte le case automobilistiche cercano di fare bella mostra delle loro innovative convertibili, che derivano solitamente, dalle versioni coupè. Da questa moda, non poteva esimersi l’Audi, una delle case automobilistiche tedesche più rinomate, che ha deciso di portare questo concetto all’estremo.
La casa fondata da August Horch nel 1909, infatti, nell’anno in cui si festeggiano i 30 anni della rivoluzionaria tecnologia Quattro (trazione integrale), ha voluto esagerare, “scoprendo” una delle auto più belle e più potenti sul mercato, la famosa Audi R8.
I designer tedeschi sono riusciti in un’operazione non facile, cioè quella di trasformare la supercar coupè in una splendida cabrio, senza però far perdere alla vettura aggressività ed eleganza. Caratteristiche che non sono state sottovalutate dai produttori di Hollywood, che hanno voluto la vettura in versione Spyder a disposizione di Tony Stark anche nel sequel del film Iron Man.
L’appesantimento strutturale necessario alla trasformazione non ha reso eccessivamente pesante la vettura. Soprattutto grazie a vari stratagemmi appositamente pensati in fibra di carbonio, come le parti laterali posteriori e il coperchio sopra il vano della capote.
Il profilo rimane filante, anche se, a differenza della versione coupè, per la quale i progettisti avevano pensato agli appositi Sideblades in contrasto a scopo aerodinamico, la Spyder dispone delle classiche prese d’aria dietro le portiere.
La versione plein air della R8 prevede un tetto in tela che si apre e si chiude in circa 19 secondi. Il soft top una volta chiuso, non crea alcun contrasto, ma s’incastona perfettamente nelle linee aerodinamiche della vettura e termina dando forma a due sottili pinne che si prolungano fino alla coda.
La parte anteriore della carrozzeria è caratterizzata dall’enorme presa d’aria centrale sormontata dai quattro cerchi Audi e dai fanali a tecnologia LED con le prese d’aria sottostanti in contrasto con il colore del resto della carrozzeria.
Nella parte posteriore spiccano i diffusori, anch’essi in contrasto, disposti elegantemente sotto i fanali posteriori.
I progettisti, a scopo strutturale, non sono riusciti, purtroppo, a mantenere la copertura del vano motore in vetro, che permetteva di ammirare gli splendidi propulsori disponibili per la versione coupè.
Il motore messo a disposizione è il 5.2 Litri 10 cilindri a V di derivazione Lamborghini con tecnologia FSI capace di erogare 525 CV a 8000 giri. Posizionato centralmente, il propulsore può spingere la vettura da 0 a 100 Km/h in 4,1 secondi, portandola a toccare i 313 Km/h.
I prezzi partono da 157.500 Euro, alle quali bisogna aggiungere circa un 20% per poter disporre del cambio a tecnologia R Tronic, indispensabile, e dei freni in ceramica.
lunedì 10 maggio 2010
Mercedes Classe E Cabrio - Confort a cielo aperto
La casa di Stoccarda, per completare la gamma della classe E dopo la Coupè e la Station Wagon, irrompe sul mercato come “Competitor” per eccellenza, in un segmento di auto blasonate del calibro di Audi A5 Cabrio e BMW Serie 6 Cabrio, con la nuova Classe E Cabrio.
L’erede della CLK, riprende il nuovo disegno della parte frontale della Coupè, caratterizzata dai due gruppi ottici romboidali separati e dalla calandra con la classica stella a tre punte in posizione centrale.
Osservando l’auto lateralmente, grazie alle proporzioni ben calcolate, si percepisce facilmente l’eleganza e la sportività della 2 porte tedesca. Eleganza accentuata anche dal posteriore, contraddistinta dai due grandi fanali a tecnologia LED e dalla barra di alluminio posizionata orizzontalmente sopra la targa.
Design a parte, il vero pregio di quest’auto è il confort. I posti, infatti, sono ben 4 e tutti comodi. Il tetto, in tela, scompare in 20 secondi, lasciando i passeggeri la libertà di godere del viaggio plein air, anche nelle stagioni in cui non è consigliato. Questo sopratutto grazie ai due sistemi: il sistema Aircap, contraddistinto da un deflettore alloggiato fra i due poggiatesta posteriori e una specie di spoiler posizionato alla sommità del parabrezza che, sollevandosi, devia il flusso dell'aria oltre l'abitacolo; e il sistema Airscarf, un brevetto Mercedes-Benz, adottato anche dalla Peugeot 308 CC, che orienta un flusso d'aria calda sul collo dei passeggeri.
Le finiture interne, nelle versioni Avantgarde, sono raffinate e curate. Il cruscotto, pur non raggiungendo la sportività di altri competitor di mercato, è elegante dalla connotazione classica.
La gamma dei propulsori, messi a disposizione dalla casa di Stoccarda, è vasta. Per i motori alimentati a benzina, vi sono la E250 CGI (204 CV), la E350 CGI (292 CV), entrambe con tecnologia Blue EFFICENCY. Il top della gamma è rappresentato dalla E500 capace di erogare ben 388 CV. I propulsori diesel, tutti con tecnologia Blue EFFICENCY, sono la E220 CDI (170 CV), la E250 CDI (204 CV) e la 350 (231 CV).
I prezzi partono da circa 48.460 Euro fino al top di gamma per la quale bisogna sborsare più di 78.000 Euro.
Buona guida.
martedì 6 aprile 2010
Alfa Romeo Giulietta - Tradizione italiana in chiave moderna
In tempo di crisi bisogna serrare i ranghi e affidarsi ai propri cavalli di battaglia. Il gruppo FIAT ha preso alla lettera questa teoria, come dimostra il successo della nuova 500, proponendo nuovamente una best seller degli anni ‘50 e ’60, l’Alfa Romeo Giulietta.
L’erede della 147, che s’inserisce in un segmento di mercato attualmente occupato da auto della qualità di Volkswagen Golf e BMW Serie 1, in realtà, non ha molto da spartire con la sua progenitrice. La casa del biscione, infatti, sembra aver intrapreso la via della modernità, piuttosto che un design vintage.
La parte anteriore della vettura è contraddistinta dallo splendido scudo Alfa Romeo, massima evidenza del family feeling Alfa, e dai gruppi ottici a tecnologia LED che richiamano distintamente la sorella piccola MiTo. Il cofano anteriore è caratterizzato da due nervature dal disegno a V che culminano sulla parte superiore dello scudo, infondendo sportività ed eleganza alla vettura.
La parte posteriore è molto massiccia ed è contrassegnata dai fanali dall’originale disegno a forma di guscio di lumaca rovesciata, anch’esse a tecnologia LED e dal piccolo spoiler sulla sommità del lunotto posteriore.
La linea delle portiere è alta con un andamento crescente e si ricongiunge con il tetto all’altezza dei finestrini posteriori attraverso uno stratagemma stilistico già proposto nella vecchia 147, la maniglia della portiera posteriore incastonata nell’angolo del finestrino.
Per gli interni, l’Alfa mette a disposizione varie tipologie di rivestimenti per i sedili, all’apparenza molto comodi. La scelta va dalla pelle, in vari colori, al tessuto sportivo tecnico.
La casa milanese equipaggia la Giulietta con varie motorizzazioni, tutti Euro 5. I propulsori diesel sono due, un entry level di 1.6 litri con tecnologia JTDM-2 che eroga 105 CV e un 2.0 litri, sempre JTDM-2, capace di erogare ben 170 CV. L’alimentazione a benzina è rappresentata da tre tipologie di motorizzazione. Due di 1.4 litri, entrambi turbo, da 120 CV e da 170 CV, quest’ultimo con tecnologia Multiair, e il top di gamma, rappresentato dal nuovo motore di 1.750 cm3 TBI quadrifoglio verde, capace di erogare 235 CV.
I prezzi pubblicati dall’Alfa Romeo sono in linea con il segmento e partono da 20.300,00 Euro per la versione 1.4 litri turbo benzina da 120 CV, fino a ai 29.000,00 Euro necessari per aggiudicarsi il top di gamma.
mercoledì 31 marzo 2010
Peugeot RCZ - Il ruggito del Leone
La Peugeot è una delle case automobilistiche più antiche al Mondo. La prima bicilindrica della casa del Leone, denominata Type 2, risale addirittura al 1890. L’evoluzione della Type 2, la Type 3, è stata la prima automobile a calcare il suolo italico. Ammirando la nuova coupè della casa transalpina, denominata RCZ, possiamo, in qualche modo, immaginare l’aria di novità tecnologica che si poteva respirare all’epoca. Con la RCZ, infatti, il gruppo PSA, entra prepotentemente nel segmento delle coupè compatte entrando in concorrenza diretta con una delle best seller del segmento, l’Audi TT.
La coupè francese è una 2+2 molto aggressiva. Il disegno si discosta pochissimo dal prototipo, tranne che per qualche particolare derivante dall’esigenza per la produzione in serie. La parte frontale è caratterizzata dalla grande presa d’aria, tipica soluzione stilistica dei nuovi modelli Peugeot, e dal cofano bombato a forma di V che culmina con lo stemma del Leone al centro. I fari anteriori, a forma triangolare, sono molto eleganti e si allungano su passaruote larghi che sovrastano i cerchi da 19 pollici (disponibili optional), permettendo ai designer francesi di trovare spazio per inserire verticalmente i proiettori fendi nebbia.
La parte posteriore dell’automobile, molto compatta e larga con forme tondeggianti, nasconde lo spoiler attivo, che, secondo quanto dichiara il costruttore, accresce la stabilità della vettura, inclinandosi in base alla velocità che si raggiunge. Il tetto e il lunotto posteriore sono le parti più interessanti del progetto RCZ, ideate a doppia curva per accrescere e ottimizzare le doti aerodinamiche della vettura.
Gli interni della RCZ sono raffinati e ben costruiti. La plancia è rivestita di una plastica (personalizzabile) morbida al tatto. La seduta del conducente non è molto alta aumentando la sensazione di sportività. Sensazione che si acuisce osservando la strumentazione ben leggibile, chiara e ottimamente illuminata. Dal punto di vista dei sedili posteriori, la trovata stilistica della doppia gobba, ne accresce l’abitabilità, rendendo la vettura una vera 2+2.
Le motorizzazioni messe a disposizione dalla PSA non sono potenti come le rivali tedesche più blasonate, ma sono sicuramente brillanti. I propulsori a benzina sono due, entrambe di 1.6 litri. La meno potente sviluppa 156 CV ed è disponibile con cambio manuale a 6 rapporti (in estate e previsto il cambio sequenziale). La versione più potente, sfruttando la tecnologia TWIN SCROLL, sviluppa invece 200 CV. Per chi ha un occhi di riguardo per il portafoglio, è disponibile anche un motore diesel da 2.0 litri HDI FAP che sviluppa 163 CV.
Audi A1 - La cugina cool della Polo strizza l’occhio alla Mini
La casa dai quattro anelli cala l’asso nella manica per concorrere nella categoria delle macchine più cool tra le piccole, segmento in cui, fino adesso, l’Alfa Romeo MiTO e la Mini BMW sono state padroni incontrastate.
La “piccola” del marchio, fondato nel 1909 da August Horsch (la Audi Wenke è stata fondata nel 1909, la prima casa automobilistica di Horsch, omonima del fondatore, risale al 1899), mantiene, oltre alle caratteristiche costruttive, anche il family feeling del design Audi. Questa prima A1, costruita sul pianale della Volkswagen Polo, è innanzitutto una coupè (anche se è già prevista una versione sport back a 5 porte) con il montante posteriore inclinato che confluisce nella parte posteriore della vettura dall’inconfondibile stile hatchback caratterizzata da fanali trapezoidali a tecnologia LED e da un paraurti e passaruote bombati che donano alla vettura un carattere sportivo.
La parte anteriore della vettura è inconfondibilmente Audi, con la classica “bocca” spalancata ed i fanali, anch’essi, ovviamente a LED, dal design innovativo ed al tempo stesso elegante caratteristiche, che non solo rendono la A1 aggressiva, ma stabiliscono in qualche modo un legame tra questa vettura le “sorelle” maggiori.
Le fiancate della “piccola”Audi sono scavate e denotano la capacità non che la qualità costruttiva e di assemblaggio della casa tedesca. Gli archi che congiungono le portiere al tetto possono essere scelti un colore diverso rispetto al resto della vettura.
Gli interni sono all’altezza della qualità Audi. Il cruscotto non è dissimile dalle altre vetture della casa con contagiri e tachimetro leggibile e accurato. La plancia è caratterizzata da due bocchettoni d’areazione a cerchio dal disegno a “turbina” molto spaziale, che potranno essere scelti in vari colori, anche brillanti, pensando, in particolare, al target di mercato di riferimento a cui è destinata la vettura.
La gamma di motori previsti sono gli stessi della Volkswagen Polo. In particolare, l’entry level è rappresentato dal motore da 1.2 litri TFSI (turbo e a iniezione diretta) da 86 CV, affiancato da un più potente 1.4 litri TFSI da 122 CV. Le motorizzazioni a gasolio saranno due, entrambi da 1.6 litri TDI ma con due livelli di potenza 90 CV e 105 CV. Per tutte sarà disponibili di serie il sistema Start & Stop e il sistema di recupero dell’energia in frenata per una minore emissione di anidride carbonica e consumi più bassi.
mercoledì 24 marzo 2010
Nuova BMW Z4 - Sempre al Top anche se Hard
Nuovo design, tecnologia e maggiore potenza, mantenendo le proporzioni e le caratteristiche di una Roadster pura, cioè posizione di guida arretrata e trazione posteriore. Ancora una volta i tecnici bavaresi sono riusciti ad alzare l’asticella (che era già molto alta con il modello precedente). Questa volta però, con la caratteristica principale della nuova Z4, cioè l’hardtop a scomparsa, lanciano la sfida definitiva ai rivali di sempre della Mercedes-Benz con il modello SLK.
La nuova Z4 ha un design elegante e raffinato, ma allo stesso tempo irruente. La parte frontale è caratterizzata da un lungo cofano (caratteristica anche delle precedenti versioni della Roadster) che, con la ormai classica bombatura a V che confluisce nel doppio rene (family feeling della casa), e con le branchie sulle fiancate dell’avantreno, conferisce alla vettura una grande sensazione di aggressività. La parte posteriore è meno affascinante della versione precedente, ma il cambiamento, dovuto essenzialmente al maggiore spazio richiesto per la scomparsa del tetto rigido, sembra essere ispirato dall’attuale Serie 6.
L’abitabilità della vettura è stata giovata dalla crescita delle dimensioni rispetto al modello precedente, rendendo la Z4 molto più comoda. Il cruscotto e gli strumenti della plancia hanno subito un restyling che li ha resi più eleganti rimanendo sempre intuitivi per il pilota.
La nuova Z4 offre motori più potenti e tecnologicamente più innovativi rispetto al modello del 2003. Il top di gamma (S-Drive 35i) è un propulsore di 3 litri con 6 cilindri in linea Twin Turbo (primo al mondo di questo genere) capace di erogare 306 CV che spinge la Z4 da 0 a 100 Km/h in 5,1 secondi con cambio automatico (paddle al volante) a sette rapporti con doppia frizione, a questo si affianca un propulsore (S-Drive 30i) di 3 litri con 6 cilindri in linea aspirato da 258 CV. L’entry level è rappresentato da un 2,5 litri (S-Drive 23i) capace di erogare 204 CV.I prezzi, al netto degli optional, che in BMW rappresentano solitamente almeno un 25% da aggiungere al valore della vettura, partono da circa 39.400 Euro per la S-Drive 23i fino ai 50.400 Euro necessari per la S-Drive35i.
La nuova Z4 ha un design elegante e raffinato, ma allo stesso tempo irruente. La parte frontale è caratterizzata da un lungo cofano (caratteristica anche delle precedenti versioni della Roadster) che, con la ormai classica bombatura a V che confluisce nel doppio rene (family feeling della casa), e con le branchie sulle fiancate dell’avantreno, conferisce alla vettura una grande sensazione di aggressività. La parte posteriore è meno affascinante della versione precedente, ma il cambiamento, dovuto essenzialmente al maggiore spazio richiesto per la scomparsa del tetto rigido, sembra essere ispirato dall’attuale Serie 6.
L’abitabilità della vettura è stata giovata dalla crescita delle dimensioni rispetto al modello precedente, rendendo la Z4 molto più comoda. Il cruscotto e gli strumenti della plancia hanno subito un restyling che li ha resi più eleganti rimanendo sempre intuitivi per il pilota.
La nuova Z4 offre motori più potenti e tecnologicamente più innovativi rispetto al modello del 2003. Il top di gamma (S-Drive 35i) è un propulsore di 3 litri con 6 cilindri in linea Twin Turbo (primo al mondo di questo genere) capace di erogare 306 CV che spinge la Z4 da 0 a 100 Km/h in 5,1 secondi con cambio automatico (paddle al volante) a sette rapporti con doppia frizione, a questo si affianca un propulsore (S-Drive 30i) di 3 litri con 6 cilindri in linea aspirato da 258 CV. L’entry level è rappresentato da un 2,5 litri (S-Drive 23i) capace di erogare 204 CV.I prezzi, al netto degli optional, che in BMW rappresentano solitamente almeno un 25% da aggiungere al valore della vettura, partono da circa 39.400 Euro per la S-Drive 23i fino ai 50.400 Euro necessari per la S-Drive35i.
Nissan 370Z - “Would you like to Play?”
Quanti di voi, giocando a Gran Turismo con la Playstation, non hanno mai scelto la “mitica” GT-R della Nissan? Dopo la creazione di questa macchina, l’attenzione degli appassionati verso la casa del sol levante, e le sue auto sportive, è cresciuta esponenzialmente.
In quest’ambito l’uscita della nuova 370Z coupè (attesa la versione cabriolet nel 2010), che occupa il posto della 350Z (ottimi risultati di vendita nel mercato Nord-americano), non può essere sottovalutata.
La nuova 370Z è una vera sportiva a trazione posteriore capace di competere con rivali blasonate come Porsche Cayman S e Audi TTS, pur avendo un migliore rapporto Cavalli/Prezzo. La Nissan, infatti, può vantare un motore da 3.669 cm3 V6, denominato VQ37VHR, totalmente in alluminio, capace, sfruttando la tecnologia VVEL a doppia fasatura variabile delle valvole, di erogare 331 CV (243 kW) e raggiungere facilmente i 250 Km/h.
Dal punto di vista stilistico, la 370Z è tipicamente giapponese, molto sportiva, sbalzi contenuti con qualche particolare interessante, come le maniglie in alluminio e il logo Z posto sulle frecce laterali tra la ruota anteriore e la porta (un po’ come la precedente versione della BMW Z4).
La 370Z è caratterizzata da un cofano lungo e da un tetto spiovente verso la coda che le consente di avere un coefficente di resistenza aerodinamica (Cx) pari a 0,30. La coda, muscolosa sulle fiancate, è contraddistinta da fanali a boomerang molto eleganti e da uno spoiler che, oltre a garantire stabilità in curva, dona all’autovettura una splendida linea dinamica. Il cofano anteriore ha due nervature che si raccordano con quelle presenti sul tetto, donando una certa continuità. I passaruote anteriori e i fanali (con forma simile ai posteriori) completano il design aggressivo della vettura.
L’abitacolo, configurato per due posti, è più comodo della 350Z e il posto di guida è leggermente più alto rispetto le rivali prima citate. Il cruscotto e la plancia sono molto suggestivi e ben assemblati. Il quadro degli strumenti pone al centro il contagiri (con fascia rossa che parte da 7.500 fino al massimo di 9.000 giri) confermando l’indole sportiva dell’auto. La console, dove trovano posto il navigatore, i bocchettoni di areazione e parte dei comandi, è rivolta leggermente dal lato del guidatore, rendendola facilmente fruibile con minori distrazioni.
I prezzi della Nissan 370Z sono molto competitivi, la versione Lev2, la più dotata d’accessori, sfiora i 44.000,00 Euro. Le rivali, con lo stesso allestimento, sono molto meno accessibili.
In quest’ambito l’uscita della nuova 370Z coupè (attesa la versione cabriolet nel 2010), che occupa il posto della 350Z (ottimi risultati di vendita nel mercato Nord-americano), non può essere sottovalutata.
La nuova 370Z è una vera sportiva a trazione posteriore capace di competere con rivali blasonate come Porsche Cayman S e Audi TTS, pur avendo un migliore rapporto Cavalli/Prezzo. La Nissan, infatti, può vantare un motore da 3.669 cm3 V6, denominato VQ37VHR, totalmente in alluminio, capace, sfruttando la tecnologia VVEL a doppia fasatura variabile delle valvole, di erogare 331 CV (243 kW) e raggiungere facilmente i 250 Km/h.
Dal punto di vista stilistico, la 370Z è tipicamente giapponese, molto sportiva, sbalzi contenuti con qualche particolare interessante, come le maniglie in alluminio e il logo Z posto sulle frecce laterali tra la ruota anteriore e la porta (un po’ come la precedente versione della BMW Z4).
La 370Z è caratterizzata da un cofano lungo e da un tetto spiovente verso la coda che le consente di avere un coefficente di resistenza aerodinamica (Cx) pari a 0,30. La coda, muscolosa sulle fiancate, è contraddistinta da fanali a boomerang molto eleganti e da uno spoiler che, oltre a garantire stabilità in curva, dona all’autovettura una splendida linea dinamica. Il cofano anteriore ha due nervature che si raccordano con quelle presenti sul tetto, donando una certa continuità. I passaruote anteriori e i fanali (con forma simile ai posteriori) completano il design aggressivo della vettura.
L’abitacolo, configurato per due posti, è più comodo della 350Z e il posto di guida è leggermente più alto rispetto le rivali prima citate. Il cruscotto e la plancia sono molto suggestivi e ben assemblati. Il quadro degli strumenti pone al centro il contagiri (con fascia rossa che parte da 7.500 fino al massimo di 9.000 giri) confermando l’indole sportiva dell’auto. La console, dove trovano posto il navigatore, i bocchettoni di areazione e parte dei comandi, è rivolta leggermente dal lato del guidatore, rendendola facilmente fruibile con minori distrazioni.
I prezzi della Nissan 370Z sono molto competitivi, la versione Lev2, la più dotata d’accessori, sfiora i 44.000,00 Euro. Le rivali, con lo stesso allestimento, sono molto meno accessibili.
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