mercoledì 31 marzo 2010

Peugeot RCZ - Il ruggito del Leone



La Peugeot è una delle case automobilistiche più antiche al Mondo. La prima bicilindrica della casa del Leone, denominata Type 2, risale addirittura al 1890. L’evoluzione della Type 2, la Type 3, è stata la prima automobile a calcare il suolo italico. Ammirando la nuova coupè della casa transalpina, denominata RCZ, possiamo, in qualche modo, immaginare l’aria di novità tecnologica che si poteva respirare all’epoca. Con la RCZ, infatti, il gruppo PSA, entra prepotentemente nel segmento delle coupè compatte entrando in concorrenza diretta con una delle best seller del segmento, l’Audi TT.
La coupè francese è una 2+2 molto aggressiva. Il disegno si discosta pochissimo dal prototipo, tranne che per qualche particolare derivante dall’esigenza per la produzione in serie. La parte frontale è caratterizzata dalla grande presa d’aria, tipica soluzione stilistica dei nuovi modelli Peugeot, e dal cofano bombato a forma di V che culmina con lo stemma del Leone al centro. I fari anteriori, a forma triangolare, sono molto eleganti e si allungano su passaruote larghi che sovrastano i cerchi da 19 pollici (disponibili optional), permettendo ai designer francesi di trovare spazio per inserire verticalmente i proiettori fendi nebbia.
La parte posteriore dell’automobile, molto compatta e larga con forme tondeggianti, nasconde lo spoiler attivo, che, secondo quanto dichiara il costruttore, accresce la stabilità della vettura, inclinandosi in base alla velocità che si raggiunge. Il tetto e il lunotto posteriore sono le parti più interessanti del progetto RCZ, ideate a doppia curva per accrescere e ottimizzare le doti aerodinamiche della vettura.
Gli interni della RCZ sono raffinati e ben costruiti. La plancia è rivestita di una plastica (personalizzabile) morbida al tatto. La seduta del conducente non è molto alta aumentando la sensazione di sportività. Sensazione che si acuisce osservando la strumentazione ben leggibile, chiara e ottimamente illuminata. Dal punto di vista dei sedili posteriori, la trovata stilistica della doppia gobba, ne accresce l’abitabilità, rendendo la vettura una vera 2+2.
Le motorizzazioni messe a disposizione dalla PSA non sono potenti come le rivali tedesche più blasonate, ma sono sicuramente brillanti. I propulsori a benzina sono due, entrambe di 1.6 litri. La meno potente sviluppa 156 CV ed è disponibile con cambio manuale a 6 rapporti (in estate e previsto il cambio sequenziale). La versione più potente, sfruttando la tecnologia TWIN SCROLL, sviluppa invece 200 CV. Per chi ha un occhi di riguardo per il portafoglio, è disponibile anche un motore diesel da 2.0 litri HDI FAP che sviluppa 163 CV.

Audi A1 - La cugina cool della Polo strizza l’occhio alla Mini


La casa dai quattro anelli cala l’asso nella manica per concorrere nella categoria delle macchine più cool tra le piccole, segmento in cui, fino adesso, l’Alfa Romeo MiTO e la Mini BMW sono state padroni incontrastate.
La “piccola” del marchio, fondato nel 1909 da August Horsch (la Audi Wenke è stata fondata nel 1909, la prima casa automobilistica di Horsch, omonima del fondatore, risale al 1899), mantiene, oltre alle caratteristiche costruttive, anche il family feeling del design Audi. Questa prima A1, costruita sul pianale della Volkswagen Polo, è innanzitutto una coupè (anche se è già prevista una versione sport back a 5 porte) con il montante posteriore inclinato che confluisce nella parte posteriore della vettura dall’inconfondibile stile hatchback caratterizzata da fanali trapezoidali a tecnologia LED e da un paraurti e passaruote bombati che donano alla vettura un carattere sportivo.
La parte anteriore della vettura è inconfondibilmente Audi, con la classica “bocca” spalancata ed i fanali, anch’essi, ovviamente a LED, dal design innovativo ed al tempo stesso elegante caratteristiche, che non solo rendono la A1 aggressiva, ma stabiliscono in qualche modo un legame tra questa vettura le “sorelle” maggiori.
Le fiancate della “piccola”Audi sono scavate e denotano la capacità non che la qualità costruttiva e di assemblaggio della casa tedesca. Gli archi che congiungono le portiere al tetto possono essere scelti un colore diverso rispetto al resto della vettura.
Gli interni sono all’altezza della qualità Audi. Il cruscotto non è dissimile dalle altre vetture della casa con contagiri e tachimetro leggibile e accurato. La plancia è caratterizzata da due bocchettoni d’areazione a cerchio dal disegno a “turbina” molto spaziale, che potranno essere scelti in vari colori, anche brillanti, pensando, in particolare, al target di mercato di riferimento a cui è destinata la vettura.
La gamma di motori previsti sono gli stessi della Volkswagen Polo. In particolare, l’entry level è rappresentato dal motore da 1.2 litri TFSI (turbo e a iniezione diretta) da 86 CV, affiancato da un più potente 1.4 litri TFSI da 122 CV. Le motorizzazioni a gasolio saranno due, entrambi da 1.6 litri TDI ma con due livelli di potenza 90 CV e 105 CV. Per tutte sarà disponibili di serie il sistema Start & Stop e il sistema di recupero dell’energia in frenata per una minore emissione di anidride carbonica e consumi più bassi.

mercoledì 24 marzo 2010

Nuova BMW Z4 - Sempre al Top anche se Hard




Nuovo design, tecnologia e maggiore potenza, mantenendo le proporzioni e le caratteristiche di una Roadster pura, cioè posizione di guida arretrata e trazione posteriore. Ancora una volta i tecnici bavaresi sono riusciti ad alzare l’asticella (che era già molto alta con il modello precedente). Questa volta però, con la caratteristica principale della nuova Z4, cioè l’hardtop a scomparsa, lanciano la sfida definitiva ai rivali di sempre della Mercedes-Benz con il modello SLK.
La nuova Z4 ha un design elegante e raffinato, ma allo stesso tempo irruente. La parte frontale è caratterizzata da un lungo cofano (caratteristica anche delle precedenti versioni della Roadster) che, con la ormai classica bombatura a V che confluisce nel doppio rene (family feeling della casa), e con le branchie sulle fiancate dell’avantreno, conferisce alla vettura una grande sensazione di aggressività. La parte posteriore è meno affascinante della versione precedente, ma il cambiamento, dovuto essenzialmente al maggiore spazio richiesto per la scomparsa del tetto rigido, sembra essere ispirato dall’attuale Serie 6.
L’abitabilità della vettura è stata giovata dalla crescita delle dimensioni rispetto al modello precedente, rendendo la Z4 molto più comoda. Il cruscotto e gli strumenti della plancia hanno subito un restyling che li ha resi più eleganti rimanendo sempre intuitivi per il pilota.
La nuova Z4 offre motori più potenti e tecnologicamente più innovativi rispetto al modello del 2003. Il top di gamma (S-Drive 35i) è un propulsore di 3 litri con 6 cilindri in linea Twin Turbo (primo al mondo di questo genere) capace di erogare 306 CV che spinge la Z4 da 0 a 100 Km/h in 5,1 secondi con cambio automatico (paddle al volante) a sette rapporti con doppia frizione, a questo si affianca un propulsore (S-Drive 30i) di 3 litri con 6 cilindri in linea aspirato da 258 CV. L’entry level è rappresentato da un 2,5 litri (S-Drive 23i) capace di erogare 204 CV.I prezzi, al netto degli optional, che in BMW rappresentano solitamente almeno un 25% da aggiungere al valore della vettura, partono da circa 39.400 Euro per la S-Drive 23i fino ai 50.400 Euro necessari per la S-Drive35i.

Nissan 370Z - “Would you like to Play?”



Quanti di voi, giocando a Gran Turismo con la Playstation, non hanno mai scelto la “mitica” GT-R della Nissan? Dopo la creazione di questa macchina, l’attenzione degli appassionati verso la casa del sol levante, e le sue auto sportive, è cresciuta esponenzialmente.
In quest’ambito l’uscita della nuova 370Z coupè (attesa la versione cabriolet nel 2010), che occupa il posto della 350Z (ottimi risultati di vendita nel mercato Nord-americano), non può essere sottovalutata.
La nuova 370Z è una vera sportiva a trazione posteriore capace di competere con rivali blasonate come Porsche Cayman S e Audi TTS, pur avendo un migliore rapporto Cavalli/Prezzo. La Nissan, infatti, può vantare un motore da 3.669 cm3 V6, denominato VQ37VHR, totalmente in alluminio, capace, sfruttando la tecnologia VVEL a doppia fasatura variabile delle valvole, di erogare 331 CV (243 kW) e raggiungere facilmente i 250 Km/h.
Dal punto di vista stilistico, la 370Z è tipicamente giapponese, molto sportiva, sbalzi contenuti con qualche particolare interessante, come le maniglie in alluminio e il logo Z posto sulle frecce laterali tra la ruota anteriore e la porta (un po’ come la precedente versione della BMW Z4).
La 370Z è caratterizzata da un cofano lungo e da un tetto spiovente verso la coda che le consente di avere un coefficente di resistenza aerodinamica (Cx) pari a 0,30. La coda, muscolosa sulle fiancate, è contraddistinta da fanali a boomerang molto eleganti e da uno spoiler che, oltre a garantire stabilità in curva, dona all’autovettura una splendida linea dinamica. Il cofano anteriore ha due nervature che si raccordano con quelle presenti sul tetto, donando una certa continuità. I passaruote anteriori e i fanali (con forma simile ai posteriori) completano il design aggressivo della vettura.
L’abitacolo, configurato per due posti, è più comodo della 350Z e il posto di guida è leggermente più alto rispetto le rivali prima citate. Il cruscotto e la plancia sono molto suggestivi e ben assemblati. Il quadro degli strumenti pone al centro il contagiri (con fascia rossa che parte da 7.500 fino al massimo di 9.000 giri) confermando l’indole sportiva dell’auto. La console, dove trovano posto il navigatore, i bocchettoni di areazione e parte dei comandi, è rivolta leggermente dal lato del guidatore, rendendola facilmente fruibile con minori distrazioni.
I prezzi della Nissan 370Z sono molto competitivi, la versione Lev2, la più dotata d’accessori, sfiora i 44.000,00 Euro. Le rivali, con lo stesso allestimento, sono molto meno accessibili.